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PRODUZIONI E DISTRIBUZIONI

di Maurizio Micheli

Maurizio Micheli

Elisabetta Mandalari


regia Maurizio Micheli

In un albergo di una città di provincia italiana un attore di scarso successo incontra una giovane cecoslovacca che si occupa di moda.

È la famosissima sera del 2006 quando la nazionale italiana vinse i mondiali di calcio. Tra i due nasce una simpatia immediata, parlano un po’ di tutto e poi decidono di salire in camera di lui per continuare la conversazione e bere insieme un bicchiere di vino. Ma, ahimè, le intenzioni dei due sono molto diverse. La ragazza vuole solo parlare con quello che lei crede un “simpatico nuovo amico italiano”, lui invece ha delle mire ben precise e tenta in ogni modo di portarsela a letto.

I tentativi per raggiungere lo scopo sono svariati, spesso ridicoli e patetici, è una specie di attaglia senza esclusione di colpi per vincere la resistenza della ragazza che, in perfetta buona fede, continua a credere che non ci sia niente di male a “bere vino in camera con simpatico amico italiano”. In realtà il simpatico amico italiano è un lupo o almeno crede di esserlo e pensa solo alla sua “preda”.

A volte però i lupi devono battere in ritirata quando la cosiddetta preda si rivela tutto menoche un agnello. “Il lupo” è una piccola commedia comica che ironizza sulle debolezze e le paranoie del maschio medio italiano sempre più medio e sempre più italiano. Lo spettacolo descrive con termini comici, divertenti, ironici, umoristici argomenti che hanno tratti drammatici con il tono della commedia all'italiana, descrivendo l'incontro tra un attore di scarso successo e una giovane studentessa straniera che non sa di essere preda

delle debolezze e delle paronoie di un maschio italiano sempre più medio e sempre più italiano.

IL LUPO

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Protagonista di questa piéce è un miserabile “impiegatuccio”, che racconta ad un conoscente come è costretto, dato che lavora in città, ad eseguire una serie di commissioni affibbiategli dalla moglie e dalla sua famiglia in villeggiatura. Appena esce dal lavoro monotono che odia, deve correre per le vie della città a comprare tutto ciò che gli viene ordinato (dal triciclo ai fusti di birra!), per poi fare uno scomodissimo viaggio in treno, tornare a casa, dove non riuscirà a riposare. Non farà altro che lamentarsi, urlare e sbraitare, firmando così ancor di più la sua condanna. Il conoscente lo ascolta, quasi si assopisce, poi gli affida una macchina da cucire da portare ad una sua lontana amica in villeggiatura.. Nella società mostrata da Cechov, i personaggi sono invischiati nella loro esistenza, e per quanto si affannino e cerchino di migliorare la propria vita, non possono far altro che rimanere immutabili, come mosche intrappolate nella tela del ragno. In ogni parola che pronunciano, in ogni occasione che gli si para davanti si vede la loro completa inamovibilità e pesantezza, l’incapacità di reagire e di rinnovarsi, un fardello che viene molto ben sfruttato da Cechov per farci ridere di loro, sebbene con un riso amaro.

Tragico controvoglia
di Anton Checov

Matteo Micheli

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